L’amore al tempo dell’ISIS

Residents rest by the Euphrates River in Raqqa, eastern Syria

L’organizzazione dello Stato Islamico il 12 gennaio 2014 ha ottenuto il pieno controllo sulla città di Raqqa, dopo feroci battaglie con l’Esercito siriano libero (FSA)  e presunte battaglie con il Fronte al Nusra e il movimento Ahrar al Sham , ritiratisi poi dalla città.

L’ISIS ha iniziato subito a imporre le proprie leggi arbitrarie e le proprie regole, terrorizzando il popolo con esecuzioni e arresti, imponendo il pagamento di tributi e la chiusura delle attività commerciali cinque volte al giorno durante gli orari della preghiera, imponendo dazi doganali e ulteriori balzelli sull’importazione e l’esportazione di merci. I civili non possono sottrarsi a queste regole: le pattuglie della polizia islamica Hisba vanno in giro alla ricerca di chi fuma o infrange altre leggi, mentre le pattuglie del battaglione Khansa  si occupano delle donne che violano le regole imposte dall’organizzazione in fatto di abbigliamento, oltre che le limitazioni a entrare a uscire dalla città.

Tuttavia, sotto questa coltre nera che incombe sulla città c’è un’altra vita, una vita del tutto proibita, una vita piena di vigore e fervore, una vita “nel nome dell’amore”.

Nel cuore dei ragazzi e delle ragazze di Raqqa c’è ancora speranza, c’è ancora un bagliore di luce.  I giovani innamorati si incontrano di nascosto nonostante tutti i vincoli e le limitazioni imposti dalle pattuglie dell’Hisba e del battaglione Khansa; il loro amore è così forte da permettere loro di trovare qualsiasi stratagemma per incontrarsi e per trascorrere insieme anche solo qualche minuto.

Il team del sito “Raqqa slaughtered silently” ha incontrato due giovani innamorati la cui storia può essere presa a esempio della realtà attuale nella città di Raqqa, Mahmoud di 26 anni e Zeina di 23, e ha posto loro alcune domande.

  • Da quanto tempo siete innamorati?

(sorridono)

M.: Siamo innamorati da circa due anni e mezzo, ci siamo conosciuti all’università e prima eravamo soliti incontrarci nel bar dell’università oppure in uno dei bar della città, altre volte nei parchi pubblici. Non abbiamo mai avuto alcun tipo di problema prima dell’occupazione da parte dell’ISIS, potevamo incontrarci ovunque volessimo.

  • Cosa è cambiato per voi dopo l’occupazione della città?

M.: Sono cambiate tante cose, prima potevamo vederci ovunque, adesso incontrare Zeina è quasi un suicidio perché le pattuglie dell’Hisba sono dappertutto, specialmente nei parchi pubblici. Se venissimo arrestati dovremmo subire le pene imposte dall’organizzazione. Se vieni sorpreso in un parco con una ragazza, infatti, ti viene richiesto di provare la sua identità; se scoprono che la ragazza non è un tua parente né tua moglie, tu vieni arrestato dall’Hisba mentre il battaglione Khansa arresta la donna,  che verrà poi punita a frustate.

  • Come fate a vedervi adesso?

Z.: E’ complicato. Io contatto Mahmoud su Whatsapp o su Facebook in modo da prendere accordi sul luogo dell’incontro (il più lontano possibile dall’Hisba e dal Khansa). Fornisco a Mahmoud alcuni dettagli per riconoscermi: per esempio posso dirgli che porterò con me una busta di colore rosso con il logo di una libreria. Facciamo così perché tutte le donne della città indossano il niqab e diventa quindi difficile distinguere una donna dall’altra.

  • E come fate a comunicare? Avete detto che parlarvi è molto pericoloso…

M.: All’inizio mi bastava qualche secondo per sentire la voce di Zeina e a individuarla anche nonostante il niqab. Ora ho elaborato uno stratagemma che mi permette di vederla più spesso: mio padre possiede un negozio di abbigliamento da donna e mi sono accordato con lui per aiutarlo. Così, mentre lui copre il turno pomeridiano, io lavoro in negozio al mattino…

(Zeina ride)

Z.: Sì, così io di tanto in tanto posso andare in negozio con la scusa di acquistare qualcosa e posso passare qualche minuto con lui…a volte riesco persino a sollevarmi il niqab dal viso! L’argomento è molto delicato e pericoloso…pensate che una volta il negozio era vuoto e io e Mahmoud stavamo chiacchierando quando improvvisamente è entrato un esponente dell’ISIS che però non si è accorto di noi. Ci siamo spaventati tantissimo!

  • Avete mai pensato a cosa potrebbe succedervi se dovessero arrestarvi?

Z.: Sì, ci abbiamo pensato tante volte, siamo consapevoli della pericolosità della situazione ma siamo anche convinti che i nostri sentimenti siano più forti e non permetteremo a nessuno di allontanarci. Nonostante tutto…stiamo vivendo un’avventura!

  • Cercavate di confortarvi a vicenda durante i bombardamenti in città?

M.: Certo. Dopo essermi sincerato delle condizioni della mia famiglia cercavo subito di contattare Zeina via Facebook. Più di una volta sono stato in ansia perché non mi rispondeva subito…

  • Quali sono i vostri progetti per il futuro? Pensate che rimarrete qui?

M.: Ormai sono stanco di questa situazione e penso che presto parlerò chiaramente alla mia famiglia dell’intenzione di sposare Zeina. Se ciò dovesse accadere, comunque, non resteremmo a Raqqa perché la vita in questa città è ormai insostenibile. Credo che ci trasferiremmo in Turchia.

I figli e le figlie di Raqqa vivono storie simili da quando l’ISIS ha assunto il pieno controllo della città, cercando di instillare tristezza e odio nei cuori del popolo. La storia di Mahmoud e Zeina non è che una delle centinaia di storie d’amore di questa città.

Tutti sperano adesso in un riscatto e, come dice il proverbio, “l’amore e la morte sono più intensi in tempo di guerra”.

Pubblicato sul sito “Raqqa slaughtered silently” in data 07/01/2015, traduzione dall’arabo all’italiano.

Link all’articolo in lingua originale

Grazie ad Andrea Spinelli Barrile per la segnalazione!

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